La trama. Maria Sole è solo una ragazzina quando comincia a conoscere il mondo che la circonda. Un mondo fatto di alcolismo, droghe, di rifiuto del cibo. Tutto, pur di non dover ricordare e soffrire, pur di mettere a tacere il passato, che con impeto pazzesco vuole a tutti i costi riaffiorare per far del male. L'anoressia, la malattia, l'autodistruzione, la ricerca di un amore mai ricevuto e le battaglie per cercare di sentirsi più rilassata diventano così il pane quotidiano di questa donna, specie dopo aver dato alla luce la piccola Lavinia, a cui vorrebbe non offrire la stessa esistenza sofferta che ha provato sulla propria pelle.
L'anoressia è purtroppo ancora uno dei mali più brutti e frequenti nella nostra epoca. Il rifiuto del cibo, il desiderio di vedersi sempre più magre, il vortice della depressione, l'annullamento della realtà e la chiusura in se stesse sono i corollari di una malattia che continua a fare danni soprattutto tra le giovani ragazzine, sempre più accecate dalla moda e dalla magrezza dei simboli che la società di oggi trasmette. E che l'autrice conosce molto bene.
Nadia Battiston, nata a Vancouver, in Canada, ha scoperto l'amore per la scrittura sin dalla tenera età. Trasferitasi in Italia, in provincia di Venezia, da più di trenta anni, vive viaggiando, dedicando alla scoperta degli angoli della terra più disparati i momenti di pausa dal lavoro di parrucchiera. Questo girovagare l'ha portata a contatto con realtà eterogenee e complesse, che ritroviamo nel suo romanzo d'esordio, che è incentrato sull'importanza del valore delle origini e sulla consapevolezza di se stessi.
Le diverse storie che si intrecciano in "Madre di me stessa" (188 pagine), le persone che si "incontrano", sono infatti anche il sunto dei viaggi dell'autrice, che attraverso la sua opera mette se stessa, si racconta, e offre ai lettori i suoi dubbi. Esiste qualcosa al di là della vita terrena? E cos'è quella brezza, accompagnata da un buon profumo, che Maria Sole sente da quando è morta sua madre Matilde?